Associazione Volontaria per la Pace

FONTI DI PACE

Progetti di Sostegno alle Popolazioni Disagiate

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Arte e musica per il Kurdistan

Se il terreno è fertile basta seminare un piccolo seme per dare il via a un grande raccolto. È quello che è successo, a partire da un piccolo progetto finanziato anche da Fonti di pace in terra curda. Sembrava una cosa da nulla, 1000 euro, per permettere a una scuola del Rojava nel nord est della Siria di studiare musica. Ma come procurarsi strumenti musicali in una terra sotto costante minaccia di guerra e sotto embargo, dove il denaro è appena sufficiente a coprire le emergenze? Ce ne hanno parlato e ci è parsa una richiesta che doveva essere esaudita. Far diventare realtà il sogno di 20 bambini ci sembrava una impresa bellissima, perché portare la musica è come anticipare la pace.

L’inaspettato, però, è stato che questo piccolo progetto si è trasformato in un corso estivo di tre mesi per una scuola che è riuscita a coinvolgere tutta la popolazione della città di Cizre e sta diventando un Collegio per le arti – musica, pittura, cinema, fotografia, teatro – a disposizioni delle ragazze e dei ragazzi di tutto il Rojava. Perché il desiderio di una classe di piccoli studenti ha messo in moto il desiderio di altre scuole e a coinvolgere il Movimento curdo ad investire una parte del loro esiguo budget in cultura. Non c’è voluto molto, per i curdi la cultura e la base stessa della loro resistenza. L’identità curda si è mantenuta nei secoli solo grazie alla cultura, stiamo, infatti, parlando di un gruppo etnico che nessuno riconosce.

In Turchia il tentavo di assimilazione è stato, sin dalla nascita dello stato, spietato e totale ma, anche nel presente, purtroppo, la polizia non esita a intervenire con violenza persino ai matrimoni dove per festeggiare si canta in curdo.

In Siria, i curdi sono considerati arabi con un documento da rifugiati di colore rosso che non vale niente, e l’uso della lingua curda era, ai tempi di Assad, proibito e severamente punito. Inoltre, nell’area della Siria abitata dai curdi non c’era nessuna università e, anche quei pochi ragazzi che riuscivano a permettersi di studiare fuori sede era proibito iscriversi a Scienze politiche. “Potrebbero diventare anche ministri”, dicevano le autorità turche e questo era l’impensabile! Non è un caso che tutti i curdi laureati siano ingegneri o avvocati o medici. Solo dopo la rivoluzione, almeno nel Rojava, dalle elementari all’università le lingue insegnate sono tre: curdo, arabo e, nelle zone dove risiedono i cristiani caldei, anche siriaco. A Kobane e Cizre, adesso, ci sono facoltà con tutti i corsi, comprese Scienze umane e Jineoliji e, adesso, c’è anche l’Accademia delle arti. Un grande progetto nato da quel piccolo gesto di Fonti di pace.

In realtà, era qualcosa a cui stavano pensando, soprattutto in termini di teatro. Per memorizzare la lingua materna, che non potevano studiare a scuola e che dunque non sapevano scrivere, i curdi hanno sempre avuto la consuetudine di recitare a memoria le loro poesie, una tradizione nata spontaneamente, dal basso, con l’intento di proteggere l’identità culturale ma che ha sviluppato l’arte della memoria e della rappresentazione.

Da tempo, il Movimento curdo pensava a scuole di teatro, e accarezzavano il progetto di formare figure professionali iniziando dai bambini, perché i bambini sono il futuro. Avevano anche pensato: con la guerra in corso, i bambini non possono uscire a giocare liberamente e il teatro può essere un supporto importante. Così il Movimento ha chiesto a dieci associazioni di adottare dieci gruppi di bambini per un periodo di studio. A Fonti di Pace è toccato Dérik nel nord est della Siria, città perennemente sotto attacco. L’iniziativa ha avuto così successo da diventare un corso estivo di tre mesi, ma, quando il Comune ha aperto le iscrizioni, i bambini che avevano fatto domanda erano 65! Il Movimento, sorpreso ma felice, ha risposto a tanto entusiasmo: “Con l’aiuto delle associazioni solidale europee, vi appoggeremo”.

I corsi sono partiti e, studenti e insegnanti, sono riusciti a coinvolgere la popolazione: ogni settimana, nel parco cittadino, veniva proiettato un film a entrata libera, e, ogni gruppo di età, ha preparato uno spettacolo finale originale di musica e teatro. Un successo straordinario che ha stimolato altri progetti.

Ad esempio, a Makhmur - un campo profughi vicino a Erbil in Iraq che è stato la base culturale da cui è partito il progetto del Rojava, - attualmente, sotto il controllo di Mas’ud Barzani sta soffrendo un pesante embargo - si è alzata una simpatica protesta contro il Movimento: “Ci avete dimenticato? Eppure, qui la vita continua!”. Era successo che a Makhmur c’era una scuola di musica ma non aveva gli strumenti. Sollecitati, Fonti di pace, insieme alla FLC della CGIL, si è mossa in moto e gli strumenti sono arrivati nei modi possibili in un paese sotto embargo e dove le frontiere sono ermeticamente chiuse. Abbiamo fatto arrivare i denari necessari a un negozio in Iraq, che ha procurato gli strumenti e li ha fatti arrivare alla scuola, e loro ci hanno ringraziato producendo un film che racconta come la musica sappia regalare gioia e… risvegliare il desiderio. Infatti, i bambini più piccoli, quelli dei primissimi anni che non erano stati previsti, hanno inalberato cartelli di protesta per chiedere strumenti musicali anche per loro! Fantastici. Non si poteva non esaudire quel potente desiderio, ma le chitarre o i liuti comprati erano troppo grandi per quei piccini che sparivano dietro gli strumenti. Si è presa allora la decisione di comprare dei tamburi, strumento fondamentale per la musica curda, e loro ci hanno “dato dentro”. Lo testimoniano i molti video che ci hanno mandato.

Insomma, abbiamo innescato una reazione a catena che non è finita lì.

Era chiaro anche per il Movimento che la richiesta di arte doveva essere soddisfatta e così ha deciso di farsene carico: sette città, ciascuna secondo le proprie possibilità, apriranno Scuole d’arte, con corsi di musica, cinema, pittura, fotografia, teatro. Con una attenzione particolare da parte di Fonti di pace per il progetto della Scuola estiva d’arte per bambini del Rojava che si svilupperà per un periodo di due mesi (15-20 bambini per ogni sezione, per un totale di 200 bambini dai 7 ai 17 anni) presso il Centro di Cultura e Arte in 5 distretti: Qamishlo, Rimelan, Derik, Haseki e Til Kocher del Cantone di Cizîre, nel Nord e Est della Siria più quattro corsi in lingua kurda e uno in arabo.

L’8 marzo il Centro Culturale di Qamishlo di Cinema e teatro da noi finanziato è stato dedicato al nostro Diego Schrader, figlio di Laura, giornalista-attivista e preziosa amica. Il centro è a disposizione della Rojava film Commune, collettivo che produce film di ottimo livello, partecipa e organizza Festival internazionali, insegna l’arte teatrale e cinematografica ed è dotata di una biblioteca molto fornita aperta a tutti. Ci ha commosso e inorgoglito vedere la foto di Diego proprio accanto al manifesto del film che gli era molto piaciuto e che racconta la lotta di un popolo per la quale Diego ha lottato e sperato.

Ciao Diego, Jin Jihan Azadi


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Sostegno alla Popolazione di Gaza

Aggiornamento di Aprile 2025

Fonti di Pace grazie al partner locale Social Media Club Palestine continua l'attività educativa per 40 bambini e bambine nella scuola tenda allestita, dopo lo spostamento delle famiglie da Deir Balah, nel governatorato di Gaza City-Shaty Camp.

Dal 18 marzo scorso, con la ripresa dell'aggressione israeliana, le attività sono state sospese per 3 giorni.

Per le insegnanti e le collaboratrici è importante non interrompere le lezioni e tenere insieme i bambini. Apprendimento quindi, ma anche attività ricreative per far ritrovare il benessere psicosociale ai bambini e bambine e per lo sviluppo della creatività e della partecipazione.

Tutto ciò è possibile grazie al sostegno dei nostri donatori.

Guarda il video


Aggiornamento di Marzo 2025

Gaza, la tregua iniziata il 19 gennaio scorso non sta portando benefici alla popolazione civile. L’accordo prevedeva l'ingresso di aiuti umanitari nel territorio devastato da oltre 15 mesi di aggressione. Dal 2 marzo scorso  Israele ha bloccato  i convogli di aiuti umanitari per fare pressione sul movimento di Hamas affinché liberi tutti gli ostaggi, aiuti che comunque dalla dichiarata tregua entravano in misura ridotta rispetto alle necessità.

 

Intanto a Gaza si continua a morire  per fame  e freddo e i più colpiti restano i bambini. Pesavano meno di due chili,  tre dei cinque neonati morti a Gaza nei giorni scorsi. Sono stati uccisi  dal gelo e   per la mancanza di adeguati ripari. Le tende sono inzuppate d’acqua e non c’è possibilità di scaldarsi.  Le casette mobili e altre tende che dovevano arrivare a Gaza sono bloccate ai valichi. E così i generi alimentari, acqua, farmaci, carburante.

Dal 18 marzo scorso Israele ha ripreso pesanti attacchi su tutta la striscia, interrompendo una tregua che tuttavia mai era iniziata. Nelle ultime 48 ore si contano oltre 478 martiri di cui 174 sono bambini. Il genocidio continua.  Hamas ha ribadito la sua richiesta di ritiro dell'esercito israeliano dal sud  di Gaza e da tutta la striscia e ha dichiarato: "se l'occupazione riprende le sue aggressioni, non avremo altra scelta che difendere il nostro popolo”.

 

Il blocco degli aiuti umanitari è  un crimine di guerra . “Il diritto umanitario internazionale è molto chiaro: Israele deve garantire l’accesso agli aiuti vitali ed essenziali”, ha affermato nei giorni scorsi Thomas Fletcher, responsabile degli affari umanitari delle Nazioni Unite.

 

Stiamo assistendo, nel silenzio della comunità internazionale, alla pulizia etnica del popolo Palestinese. Ma una grande e orgogliosa risposta ce la danno  donne, uomini,  e bambini che  nella  sofferenza e nelle privazioni hanno rafforzato la loro  quotidiana Resistenza gestendo le continue violenze e contemporaneamente  mantenendo   un atteggiamento di sfida all'oppressione. 

Un esempio è il  ritorno nei governatorati a nord  di Gaza di tante famiglie sfollate, compreso il personale educativo che segue il progetto della “scuola tenda”.

Lo scorso mese di febbraio il progetto   educativo a Deir Balah  era  stato temporaneamente sospeso. La nuova situazione ha   reso infatti necessario   verificare  l’elenco dei bambini, che seguendo le famiglie sono tornati  tra le macerie delle loro case nel nord della striscia e sulla base della nuova collocazione delle famiglie  riadattare il progetto. Questo  ha comportato lo spostamento delle attrezzature acquistate quali lavagne, banchi e tappeti   per allestire  un nuovo spazio educativo. 

 

Nel campo profughi di Shaty, governatorato di Gaza City, i nostri collaboratori locali hanno  trovato un immobile parzialmente danneggiato, ma che con  accurata pulizia e sistemazione  è stato reso utilizzabile, in allegato foto. Hanno  registrato 40 bambini di età  compresa tra gli 8 e 12 anni,  alcuni casi sono nuovi.  Il 3 marzo scorso sono ripresi gli insegnamenti di   arabo, inglese, matematica e disegno, attività che erano state sospese per  circa 15 giorni.

Oggi il team degli insegnanti è in grado di garantire quattro giorni di lezioni alla settimana. Sono stati forniti materiali didattici, quaderni , penne e colori. Nonostante queste sfide e in mezzo alle avversità, il  team di insegnanti e collaboratori rimane impegnato e determinato a garantire l' istruzione ai bambini.

 

Il nostro partner locale ci ha comunicato che, quale conseguenza della ripresa dei bombardamenti su tutta la striscia di Gaza, le lezioni sono momentaneamente sospese.



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Emergenza Gaza

Fine Progetto Novembre 2024

Lo scorso 31 ottobre si è concluso il progetto finanziato anche con 8X1000 Chiesa Valdese
"Intervento umanitario-emergenza. Soccorso feriti della striscia Gaza."

Grazie alla collaborazione del nostro partner locale Palestinian Medical Relief Society un team composto da medico generico, infermiera, riabilitatore e psicologa hanno preso in carico 418 feriti dimessi dall'ospedale El Nasser di Khan Yunis quando ancora avevano bisogno di cure.

Il team, non con poche difficoltà sotto attacchi armati e strade distrutte, per 5 mesi ha visitato i feriti nei luoghi dove erano sfollati, tendopoli, scuole Unrwa e tra le macerie delle case bombardate.

Piccoli obiettivi sono stati raggiunti: il riabilitatore è riuscito a rafforzare e migliorare i movimenti del paziente; la psicologa ha portato un fondamentale supporto soprattutto ai bambini, ridando stimoli e fiducia e aiuto ad affrontare la paura. L’infermiera ha fatto un lavoro essenziale: le prestazioni erogate hanno in alcuni casi salvato i feriti da possibili infezioni, stante le pessime condizioni igieniche in cui sono costretti a vivere. Il medico generico si è preso cura sia dello stato generale dei feriti, ma anche dei famigliari che spesso sono malati cronici. Ha curato le malattie “di stagione”, ma anche patologie che si sviluppano nel vivere in promiscuità. Soprattutto ha curato malattie contagiose della pelle, infezioni intestinali e tanto altro. Il progetto ha mantenuto l’obiettivo non solo di curare il fisico, ma cercare di portare benessere fisico, mentale e sociale.

Complessivamente sono state erogate 2.745 prestazioni.

video


Aggiornamento Settembre 2024

Durante il mese di settembre il team del nostro partner locale Palestinian Medical Relief Society ha fornito servizi a 382 feriti così suddivisi:163 maschi, 101 femmine sotto i 18 anni e 76 maschi, 42 femmine di età superiore ai 18 anni. Il numero totale di sessioni condotte è stato di 641.

Sono stati aperti 42 nuovi casi così categorizzati: pazienti di età inferiore a 18 anni: 16 maschi e 12 femmine; pazienti di età superiore a 18 anni: 11 maschi e 3 femmine.

E’ stata condotta una valutazione di questi casi, esaminando la natura e la qualità dei servizi di cui avevano bisogno, nonché il numero di prestazioni necessarie per ciascun caso specifico.
Il coordinatore del progetto ha evidenziato che ancora una volta sono i bambini e adolescenti che nel maggior numero dei casi vengono feriti.
Le ferite riportate molto spesso sono invalidanti, amputazioni di braccia o gambe.

Sono continuate con molte difficoltà le attività del team del Palestinian Medical Relief Society: assistenza sanitaria e preventiva, assistenza infermieristica, supporto psicologico e servizi di riabilitazione. Le prestazioni sono state svolte nei luoghi di sfollamento, tendopoli e scuole, nel Governatorato di Khan Yunis.

Alcuni feriti, sulla base della valutazione della loro condizione di salute, hanno ricevuto più prestazioni. Sono stati rilevati molti casi bisognosi di supporto psicologico.

Gli spostamenti sul territorio sono stati pericolosi causa gli improvvisi attacchi dell’esercito, sebbene le attività del Team siano coordinate con l’O.M.S. che tiene i contatti con le autorità israeliane.

Per i casi che richiedevano servizi quotidiani, come la medicazione delle ferite, sono state fornite garze mediche, disinfettanti.

Grazie ai sostegni finanziari arrivati sono stati acquistati materiali sanitari per far fronte alle cure: garze, disinfettanti, pomate, antibiotici.

Le condizioni di vita degli sfollati sono difficili, senza acqua e servizi igienici per migliaia di persone che vivono nelle tendopoli e scuole.

Molti pazienti hanno mostrato miglioramenti significativi e risposte positive ai piani di trattamento infermieristico e di riabilitazione attribuibili anche alla costante e meticolosa assistenza.
Uno di questi pazienti è M. Q., che soffriva di gravi infezioni alla schiena e alla gamba destra a causa delle ferite riportate.
Un altro caso è H. A. K., un ragazzo di 12 anni che ha avuto l’amputazione della gamba sinistra. Nel corso dell’attacco ha perso due fratellini. H. ha subito più di un intervento. Era stato dimesso dall’ospedale in tempi brevi quando ancora aveva necessità di cure. Quando è stato preso in carico le sue condizioni erano critiche.
Tuttavia, dopo tre mesi di assistenza e cure mediche è in grado di deambulare con un supporto. Anche psicologicamente riesce a sopportare il trauma e si prepara per frequentare un corso presso il campo scuola.

J. M., una ragazzina di 12 anni, vive presso la scuola Al-Mabhouh a Khan Younis. È rimasta ferita da schegge alla gamba. La bambina è psicologicamente fragile per questo oltre alla cure infermieristica è stato fatta assistenza psicologica per aiutarla a riconquistare fiducia in se stessa e rafforzare la sua resilienza.

S. I. U. è una bambina di 7 anni. Il 24 marzo 2024, mentre si trovava in una tenda nella zona sicura umanitaria di Al-Mawasi è stata colpita alla testa da un proiettile. Questa lesione ha provocato quadriplegia e grave debolezza in entrambe arti superiori ed inferiori. È diventata completamente dipendente dalla sua famiglia per svolgere tutte le attività della vita quotidiana.

S. inizialmente ha ricevuto cure mediche all'ospedale Nasser ed è stato stabilito che avrebbe avuto bisogno di cure all'estero dovute alla mancanza di risorse negli ospedali di Gaza.
A giugno con la sua presa in carico nel progetto sono state valutate le condizioni e con la famiglia identificati i punti di forza e di debolezza. Insieme abbiamo sviluppato un trattamento personalizzato e programmato visite di follow-up regolari. Ci siamo concentrati sul miglioramento e sviluppo delle funzioni motorie e stiamo aiutando S. a usare un deambulatore.
Riesce a muoversi sia all'interno che all'esterno della propria abitazione utilizzando il supporto. Questo progresso ha avuto un impatto molto positivo.


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Progetto Scuola Estiva di Teatro

Termine Progetto - Gennaio 2025

Come Movimento Culturale TEV-ÇAND, vorremmo ringraziare FLC-CGIL Milano e l’Associazione Fonti di Pace Odv., per il sostegno nella Siria Nord-est.

Siamo le persone che lottano per la democrazia in Rojava, nel nord e nell'est della Siria. Siamo curdi, arabi, armeni, assiri. Siamo yazidi, cristiani e abbiamo molte credenze religiose diverse. Stiamo lottando utilizzando l'Arte per costruire la democrazia. Siamo impegnati nel teatro, nella musica e nel cinema.

Con il sostegno di amici preziosi come voi, abbiamo realizzato il nostro progetto: teatro dei bambini e le attività estive della scuola d'arte. Abbiamo ottenuto ottimi risultati. Abbiamo trasformato il nostro lavoro in un film documentario, che vi consigliamo di vedere.
Continueremo a lavorare sull'arte. Crediamo che il mondo sarà più bello con l'arte. Più vediamo la felicità sui volti dei bambini, dei giovani e delle famiglie, più sentiamo il significato ed il valore dell'arte.

Avevamo chiesto il vostro sostegno per i bambini che erano stati costretti a migrare da Afrin a Shahba durante la guerra.

Shahba è un luogo in cui si trovano i campi profughi. È situato a 20 chilometri da Aleppo, in Siria. In questo campo si trovano famiglie che sono emigrate da molti luoghi, soprattutto da Afrin, a causa dei conflitti. Queste famiglie vivono con il sostegno e la protezione di alcune organizzazioni internazionali.

Molte organizzazioni si sono impegnate per garantire loro una vita stabile. Oltre agli aiuti umanitari, donne e bambini sono stati sostenuti anche attraverso iniziative economiche, sociali, culturali e artistiche.

L'obiettivo era organizzare attività artistiche per i bambini. Tuttavia, proprio quando il lavoro stava per iniziare, è avvenuto l'ultimo attacco. Le famiglie e i bambini di Shahba hanno dovuto emigrare per la seconda volta. E sono venuti nelle zone in cui ci troviamo noi, ovvero il Nord e l'Est della Siria.

Sono stati costretti a partire. Erano mentalmente devastati. Avevano lasciato tutto. Non potevano nemmeno portare con sé un vestito. Con l'aiuto delle forze dell'SDF e della Coalizione internazionale, 121.000 persone sono state evacuate in sicurezza da quest'area, secondo la dichiarazione ufficiale.

Se fossero rimasti a Shahba, ci sarebbe stato il rischio di un massacro. Erano arrivati in un posto nuovo. Non avevano case, né effetti personali, nulla. L'impatto psicologico di essere sottoposti per la seconda volta ad emigrare è stato molto pesante.

Tutte le persone hanno aperto le loro case a queste persone, dando loro coperte e materassi. Sono state montate tende per le strade, negli stadi. Tutti i luoghi e i centri compreso ai nostri centri culturali o luoghi con tetti chiusi sono stati aperti a queste famiglie. Possiamo dire che è nata una grande solidarietà sociale.

Anche i bambini con i quali stavamo facendo un lavoro artistico sono stati sottoposti a questa migrazione forzata insieme alle loro famiglie. Abbiamo aperto i nostri centri culturali a queste famiglie e a questi bambini temporaneamente, finché non abbiamo trovato una casa per loro.

Tutte le nostre unità culturali continuano a prendersi cura delle persone, soprattutto donne, bambini e anziani, con uno spirito di mobilitazione. Si distribuiscono pasti, ci si occupa dei problemi di salute, si cerca un lavoro e vengono ospitati.

La Siria è ancora molto complicata. I gruppi affiliati al governo turco stanno attaccando in modo molto violento. Il nuovo regime siriano non si fida dei popoli, delle minoranze e delle differenze e tratta i diritti delle donne, l'istruzione e le persone di religione diversa con mancanza di rispetto e persino con aggressione. Ma nonostante questo, la gente resiste. Si recano nelle aree in cui gli scontri sono intensi e organizzano azioni per prevenire gli attacchi.

Ad esempio, la maggior parte degli attacchi avviene intorno alla diga di Tishrin. C'è il rischio che la diga esploda a causa degli attacchi aerei. Se esplode, molte città, soprattutto Tapqa e Raqqa, potrebbero essere inondate. In questi attacchi decine di civili hanno perso la vita negli ultimi giorni, a causa degli attacchi dei droni. Abbiamo centinaia di feriti.

Stiamo lavorando per fare in modo che la gente viva in modo sano. Cerchiamo di curare le ferite della guerra con la cultura e l'arte e di fare una sorta di terapia.

Nel cantone di Cizre, la cui popolazione è quasi raddoppiata, cerchiamo di sostenere le famiglie con varie attività indirizzate ai bambini. Gli effetti della guerra si riflettono chiaramente nella vita. Le persone hanno paura di rimanere sole, si trovano in un pessimo stato emotivo. Non gli mancano solamente i parenti perduti, ma anche l'albero del loro giardino, i loro amici, le loro speranze, i loro beni, la loro terra, tutto, e si addolorano e piangono per l'assenza.

Per più di 10 anni, nella guerra contro l'ISIS, hanno difeso la loro terra e il mondo contro un pensiero e un'ideologia malvagia. Con la caduta del regime siriano, tutti si aspettano la democrazia e, sebbene ci siano ancora rischi molto seri, nonostante tutto, guardano al domani con speranza, vogliono un Medio Oriente democratico e pacifico e resistono per questo.

Abbiamo utilizzato il vostro sostegno per le necessità urgenti dovute a situazioni straordinarie. Siamo riusciti a riparare un luogo per uso come il centro di studio culturale dove si possa anche insegnare ai piccoli gruppi teatrali.

Abbiamo organizzato la festa di Capodanno per rallegrare tutti. Abbiamo soddisfatto le necessità urgenti delle famiglie con il poco che avevamo e, con il vostro aiuto, abbiamo fatto dei regali per rendere felici i bambini. Cerchiamo di fare in modo che la loro istruzione non venga interrotta nonostante tutto, inserendoli in attività culturali. Condividiamo con voi le fotografie che siamo riusciti a scattare.

Siamo in un processo straordinario e vogliamo sottolineare che abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai. Grazie ancora per la vostra sensibilità e solidarietà.
Con affetto...

Comitato direttivo dei progetti di TEV-ÇAND
Gennaio 2025



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Cosa Stiamo Facendo - Progetti in Corso

I Progetti su cui stiamo lavorando - Puoi darci una mano anche tu!

Sostegno a Gaza insieme a Chiesa Valdese

Progetto "Intervento umanitario di emergenza. Soccorso per i feriti" nella Striscia di Gaza

Sostegno alla Popolazione di Gaza

Insieme di attività a sostegno della popolazione durante l'occupazione

Progetto Scuola Estiva di Teatro

Formare gli studenti come artisti con l’obiettivo finale di creare una cultura della vita democratica

Lettera di Ringraziamento

Diyarbakir, 04 Gennaio 2024

Gentile FONTI DI PACE ODV

In qualità di rappresentanza del Movimento delle donne libere TJA (Tevgera Jinên Azad), Vogliamo esprimere sincera gratitudine per il contributo di 1.300 € per il sostegno alla stampa del libro "Mahpusta Kadin Olmak (Essere una donna in carcere) effettuato da Fonti di Pace ODV con sede in Via R. Sanzio 21 Milano (CF: 97409660152)

La generosa donazione di Fonti di Pace è stata di notevole importanza nella stampa e così anche la divulgazione delle esperienze delle donne in carcere in Turchia.

Quasi ogni donna in Turchia purtroppo nella sua vita ha avuto a che fare con il carcere e ne potrebbe raccontare la storia. Esiste una realtà carceraria che ha toccato le emozioni e la vita di ogni donna.

Nel giugno 2022 abbiamo organizzato a Istanbul il workshop "Essere donna in carcere". Il nostro obiettivo era quello di portare all'ordine del giorno il problema delle donne in carcere, di creare una memoria e di condividerla con gli ambienti internazionali. Volevamo che le nostre voci, i nostri sentimenti e le nostre parole fossero strumentali per la solidarietà e a favore delle donne detenute.

Il libro "Essere una donna in carcere"; raccoglie i racconti delle prigioni dal passato al presente da parte delle donne detenute. Contiene le storie delle testimonianze della realtà carceraria negli anni '70, '80, '90 e 2000, quando la lotta di sinistra, di socialista e del popolo curdo fioriva, si rafforzava e si socializzava.

Il libro affronta anche le condizioni di essere detenuta nel carcere di Diyarbakır e parla anche delle violazioni dei diritti nelle carceri. Il volume è di 303 pagine con racconti delle 33 detenute come Figen Ekti, Fatoş Güney, Şadiye Manap, Gültan Kışanak, Rojbin Çetin, Hacer Özdemir, İlkay Demir, Neşe Erdilek, Şenal Sarıhan, Esra Çiftçi, Gülten Kaya, Ümit Efe, Nevin Berktaş, Zeliha Şalcı, Mizgin Aydın, Mürüvet Küçük, Çiğdem Mater, Diren Yurtsever, Fatoş İrven, Sibel Tekin, Yüksel Mutlu, Mevlüde Acar, Rahime Kesici Karakaş, Remziye Rüzgar, Serap Doğan, Ayşe Düzkan, Raziye Öztürk, Gülizar Tuncer, Ruken Gülağacı, Burcu Çelik, Gülseren Yoler, Nesrin Akgül, Nuray Çevirmen e Fince Akman.

La Resistenza di "Jin, Jiyan, Azadî", porti la speranza e un futuro pieno di lotte, in cui nessuno sia privato della libertà.

Inviamo una copia del libro stampato, con la speranza che un giorno lo possiate leggere nella vostra lingua. Cordiali Saluti Tevgera Jinên Azad (TJA)

 

Aggiornamento Dental Clinic Gaza

Nel corso della missione nella striscia di Gaza sono state monitorate le attività della Dental Clinic inserita nel Primary Health Care Clinic di El Burej e della Dental Clinic inserita nel Primary Heath Care Clinic in Shaty Camp.

Le due Dental Clinic sono state rinnovate, 2020 e 2022, grazie al contributo di donatori e alla sinergia tra le Associazioni Gazzella e Fonti di Pace:

  • poltrona da dentista
  • compressore per alimentazione della poltrona
  • autoclave per la sterilizzazione degli strumenti del dentista
  • amalgamatore per la miscelazione di materiali per le otturazioni
  • scaler dentale per la rimozione del tartaro

Nel corso della missione, grazie al contributo dell'Associazione Fonti di Pace, sono stati acquistati materiali per le cure dentali.

A Gaza il 70% non ha un lavoro e curarsi o acquistare medicinali molto spesso è difficile.
L'accesso ai servizi pubblici delle Primary Health Care Clinic è l'unico riferimento per la popolazione di Gaza.
Il nostro contributo per sostenere e migliorare le prestazioni del servizio pubblico.

Gaza marzo 2023

Aggiornamento Ottobre 2023

Mensilmente circa 2.000 persone si rivolgono alla Primary Health Care Clinic di Shaty Camp per diverse prestazioni, e circa 600 utenti hanno bisogno di cure dentali. Il 70% sono bambini.

Quando abbiamo visitato nel 2019 la P.H.C.C. l'unita' dentistica era dotata di attrezzature obsolete, strumenti di scarsa qualita', carenza di materiali e medicine per la cura. Nel complesso l'unità dentistica non aveva i requisiti necessari per dare adeguata assistenza e cura.

Causa l'occupazione israeliana l'accesso alle cure mediche per i Palestinesi è completamente dipendente dagli aiuti umanitari.

Grazie al contributo delle Associazioni Fonti di Pace e Gazzella nel 2020 sono state acquistate attrezzature nuove quali la poltrona dentista, compressore, amalgamatore seggiola dentista e aiuto, autoclave e armadi per i materiali.

In questi anni abbiamo continuato a mantenere la fornitura minima di materiali per le cure dentali: anestesia, soluzione in polvere per otturazioni, disinfettanti e medicamenti per le terapie canalari.

Oggi possiamo dire che l'unità dentistica della P.H.C.C. di Shaty Camp garantisce la presa in carico di pazienti in sicurezza sanitaria.

Nel corso della visita il responsabile della Dental Clinin ha chiesto la fornitura di nuovi materiali per le cure dentali. Nei prossimi giorni procederemo con la fornitura di quanto richiesto.

Gaza ottobre 2023

I Progetti di Fonti di Pace

Operare portando l'aiuto concreto e tangibile per le popolazioni del mondo prive dei basilari elementi di sostegno.

Emergenza Terremoto 2023

Appello per le vittime del terremoto nel Kurdistan settentrionale e occidentale

Sostegno Disabili con Chiesa Valdese

Progetto rivolto a persone con diverse disabilità per la fornitura di ausili e sostegno.

Invio di Medicinali a Gaza

Sostegno sanitario alla popolazione di Gaza attraverso l'invio di medicinali e attrezzature

Musica per un Anima Libera

progetto per l'acquisto di strumenti musicali per i ragazzi e le ragazze del campo curdo di Makmur

Sostegno Campo di Newroz

Progetto di Sostegno alle donne produttrici & Aiuto alimentare per i bisognosi del campo

Teatro per bambini in Rojava

Rojava Children's Theatre è dedicato alle 5 ragazze che hanno perso la vita nell'attacco dello Stato turco del 18 agosto 2022 nel villaggio di Shemoqa

Borsa di Studio

Una borsa di studio per 4 bambine curde in memoria di Clelia Salerno

Gaza Summer Camp

Il summer camp ha coinvolto 50 bambini e bambine di età compresa tra gli 8 e 12 anni in attività come disegno-pittura, canto, teatro, giochi di gruppo

Ospedale a Sinjar

Aiutiamo il progetto per un ospedale attrezzato a Sinjar per i bambini e le donne yazidi

Centro Medico-Sanitario Ayasma

Installazione della struttura nel centro profughi di Ayasma, una baraccopoli che sorge alla periferia di Istanbul.

Centro Socio-Sanitario Yuksekova

Centro medico e sanitario impegnato nella diagnostica e nella prevenzione.

Padiglione Kurdistan

Il padiglione Kurdistan alla Biennale di Venezia per offrire la possibilità al popolo kurdo di riunirsi, confrontarsi, scambiarsi idee e opinioni.

Asilo Nido Gaza

Asilo Nido nel villaggio di Tarqumia, che sorge a 20 chilometri a ovest di Hebron, con 16.000 abitanti.

Scuola Agro-Ecologia

Organizzazione di un corso della durata di tre anni presso il Centro educazione e ricerca della riforma agraria "Contestado".

Libro-Indagine “Erano calde le mani”

Progetto che prevede un'integrazione del libro esistente, onde poterlo nuovamente distribuire per raccogliere nuovi fondi per l'Associazione YAKAY-DER.

Donne di Nusaybin

Sostegno al progetto di gestione di una sala di ristorazione e vendita di oggetti di artigianato fatto interamente da donne a Nusaybin.

Bendesel Engelliler Der

Associazione disabili, attività di sostegno e di organizzazione riguardanti la possibilità di mobilità, problemi sanitari, sociali e di formazione.

Progetto Diritto alla Salute

Diritto di accesso per gli immigrati di usufruire delle strutture pubbliche di Milano e Provincia per la salute.

Scuola Madri Straniere

Sostenere il percorso di integrazione delle mamme straniere, a supporto del loro ruolo genitoriale.

Scuola Bambini di Strada

per favorire l'apprendimento scolastico e la formazione di ragazzi e ragazze, residenti a Diyarbakir nel Municipio di Bağlar.

Libro Fotografico

Libro fotografico "Curdi, storia di un polo negato" di Eros Mauroner. Le foto sono state realizzate durante numerosi viaggi nella zona curda della Turchia

Asilo e Assistenza Alimentare Eritrea

Asilo a Bambi, piccolo villaggio nei pressi dell'Asmara e partecipazione al progetto alimentare per una alimentazione controllata dei bambini eritrei

Adozione a Distanza e Orfanotrofio

Adozione a distanza degli orfani di Kobane e contributo all'edificazione di un orfanatrofio

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Aiuti ai ragazzi disabili del centro di riabilitazione Hevi a Maxmur

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